Donna Sarina è tornata: ecco perché il Blog!
A chi mi chiede “che lavoro fai?” io non rispondo “faccio la giornalista”, ma “sono una giornalista”. E’ più un essere che un fare.
L’ho capito quando da ragazzina ho iniziato a divorare i libri di Oriana Fallaci e da quel momento ogni volta che riesco ad essere quella che sono ho “le farfalle nello stomaco”. Sono una giornalista da strada, per anni la mia redazione staccata è stata il “bar Desiree” dove ho ascoltato storie di chi non ha voce, di chi ne ha troppa, tra ventriloqui e bisbigli, indiscrezioni e denunce.
Ogni tanto vado in letargo ma non è questo il momento di appendere la penna al chiodo. Questa professione ha perso di credibilità ed è precaria come una foglia in autunno. Nella top ten del “peggio” siamo finiti tra i politici ed i sindacalisti. Il giornalismo non è un post su facebook e neanche il copia e incolla dei comunicati stampa, delle veline (termine del quale nessuno più ricorda la vera origine). In tutti questi anni mi hanno chiesto spesso “dov’è finita donna Sarina?”, oppure “perchè hai smesso di scrivere?”. Non solo negli ambienti di lavoro, ma soprattutto per strada le persone mi chiedevano che fine avesse fatto donna Sarina, quella della rubrica domenicale, degli articoli ironici o delle inchieste, delle sferzate e delle riflessioni. Nella mia carriera professionale lunga 37 anni a volte ho avuto bisogno di pause, sono andata in letargo. Con l’online poi il discorso si fa più complesso, perchè se lo fai perchè ami quello che fai e dai tutto, ma veramente tutto, quando lo nutri e lo costruisci, diventa totalizzante. Ti svuota. Capita che si svegli all’alba con un’idea, o un pensiero, o addirittura un titolo azzeccato e fin quando non lo scrivi non hai pace. Le parti più belle della stand up commedy Donna Sarina contro i crackers sono frutto di risvegli improvvisi notturni, con un’intuizione che mi spingeva a prendere appunti con carta e penna. C’è chi la notte si alza per far pipì o finire il tiramisù rimasto in frigo. Io devo scrivere.
Però lo ammetto, per troppo tempo mi è venuto un blocco, per mesi e mesi non sono riuscita ad aprire il computer se non per i miei incarichi da addetto stampa. Ho messo il bavaglio a donna Sarina. Appena lei vedeva qualcosa che non andava in città, o alla Regione, o in Italia, faceva finta di non ascoltarla. Mi sono autocensurata. Ma la passione è come l’acqua di un fiume che prima o poi deve uscire di nuovo. Il monologo è nato per questo, perchè avevo questa “gallina nel petto”, che era donna Sarina che di stare muta non ne voleva sapere. Ringrazierò sempre il regista Vincenzo Tripodo e il produttore Davide Liotta perchè hanno creduto in me in un periodo in cui avevo deciso di mettere una diga davanti al mio fiume.
Questo blog doveva nascere nel novembre del 2021. Ho rimandato per quasi quattro anni. La gente non legge più, l’online è scalzato dai social, i giornalisti scalzati da influencer e commentatori. E poi lo ammetto, avevo paura. Quando scrivi veramente quello che pensi, quello che hai dentro e vuoi condividere, ti metti a nudo. Nell’era delle apparenze il fallimento è visto come la fine di tutto. Certo vivere nel Quartiere Lombardo non mi ha aiutato.
Aprivo i rubinetti e acqua non ne usciva, nè nei giorni pari nè in quelli dispari. Altro che fiume in piena. Ma la voglia di essere libera, di essere me stessa, di far sentire anche la mia voce, è stata più forte di tutto. Donna Sarina è nata tanti anni fa con un “caro diario” ed un blog è proprio questo: un diario di bordo. Ecco perchè ho deciso di tornare a scrivere, ad occuparmi di quel che accade alla mia città e non solo. Oggi più che mai c’è bisogno di tante voci, di giornalismo, verità, libertà.
C’è chi dice che i blog non sono più di moda, ma io sono una che ha ancora le spalline conservate in un angolo nell’armadio, non si sa mai…
Non è un sito d’informazione o di cronaca, semmai di riflessione, di satira, di opinione. Ci faremo compagnia. Certo che parlerò di politica, eccome. Ma non soltanto. Perchè la politica incide nella vita di tutti i giorni. Ma non basta. Ci saranno tante rubriche, le “Sarinate”, i video, i reels, le storie. E’ un work in progress che migliorerò anche grazie a chi mi vorrà seguire e leggere.
Più di tutti voglio ringraziare Andrea Parisi che è molto più di un web master, è per me un coach che dal 2021 non ha mai smesso di credere in me e di smantellare tutti gli alibi che mi creavo pur di non affrontare questa sfida che può sembrare solitaria ma non lo è.
Rosaria Brancato è tornata: “Buon tempo navigatori”


